Quanto sta accadendo è un colpo di Stato: per la terza volta avremo un
presidente del Consiglio non votato dai cittadini». Così Roberto Calderoli,
intervenuto al presidio leghista contro lo «svuota carceri» davanti alla
Prefettura, si è scagliato verso ultime manovre politiche nazionali, senza
risparmiare neppure il presidente della Repubblica. Calderoli, ricordando che a
breve ci sarà il processo per le offese al ministro Cécile Kyenge, ha
annunciato: «Se mi condannano mi candido alle europee». Davanti a un centinaio di manifestanti, armati di fiaccole e bandiere,
Calderoli puntato l’indice contro gli immigrati clandestini: «Mandiamoli a casa
loro a scontare la pena», guardando alla Svizzera come un esempio. Tra i militanti, al sit-in hanno preso parte anche altri esponenti politici,
come i parlamentari Giacomo Stucchi, Nunziante Consiglio e Cristian Invernizzi,
e ancora, sindaci, consiglieri e assessori regionali. Dall’alto di una sedia, il
segretario bergamasco del Carroccio Daniele Belotti ha «aperto» il comizio:
«Dobbiamo far vedere che non siamo come gli altri, noi non siamo quelli che
hanno votato per scarcerare migliaia di delinquenti, non siamo quelli che
vogliono portare qui migliaia di immigrati».
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