venerdì 18 novembre 2011

BERGAMO NEWS - 18/11/11 - "TANTI MINISTRI DEL NORD? ALLA LEGA NON BASTA"

Il nuovo governo Monti cerca la fiducia. Ma la Lega vota contro. Eppure scorrendo la lista dei 17 tecnici che compongono il nuovo governo ce ne sono sei lombardi a quali si aggiungono uno a testa per Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna. Insomma se non proprio della Padania, il Nord tanto decantato da Umberto Bossi può contare su posti chiave nell'esecutivo Monti.Onorevole Giacomo Stucchi, perché la Lega non voterà la fiducia con un governo che conta oltre a Monti conta cinque ministri lombardi?“Non è questione di geografia, né di programmi. Il governo Monti nasce con il consenso delle banche e dei potentati economici, ma non ha quello che conta in democrazia: il consenso dei cittadini”.Come lo spiegate alla base leghista che votate contro un governo che conta il Presidente del consiglio un lombardo e tra i ministeri più importanti personalità di rilievo? “Per prima cosa li trovo tutti abbastanza un anziani, il governo Berlusconi contava più giovani”.Se è per questo il vostro governo contava anche alcune bellezze tipo Carfagna, Prestigiacomo… “Che erano delle quarantenni. Monti poteva scegliere dei tecnici giovani, che ci sono e sono preparati”. Quindi la provenienza non conta, cancelliamo tutto d’un colpo la Padania?“Non è un problema dove uno nasce. Gianfranco Fini è di Bologna ma è un centralista, don Sturzo era siciliano ma era federalista”. Monti è solamente lombardo.“Brava persona, ma non è legittimato a governare perché non è stato eletto dal popolo”.Il governo Monti nasce perché il governo Berlusconi non aveva più la maggioranza. Il presidente Napolitano ha affidato l’incarico a Monti che ha trovato un’ampia maggioranza parlamentare pronta a sostenerlo. La Lega non è andata nemmeno alle consultazioni. Non crede sia stato uno sgarbo?“No. A Monti abbiamo telefonato dicendo che non lo avremmo sostenuto. Siamo stati chiari fin dall’inizio. L’unica via erano le elezioni anticipate. Funziona così in democrazia”.Alle elezioni non ci potevamo andare adesso, perché c’erano delle indicazioni che arrivavano dall’Unione Europea e che il governo Berlusconi ha disatteso. Serviva e serve un governo di emergenza per rispondere ai mercati e al risanamento del debito pubblico. Non crede?“La crisi economica non ha colpito solamente l’Italia. È una crisi globale che ha colpito tutti, in Europa sono già cambiati sette governi. Faccio una previsione: il prossimo che cade è Sarkozy, alle presidenziali dell’anno prossimo i francesi non lo rivotano. Il debito pubblico non lo ha fatto il governo Berlusconi che lo ha trovato in eredità dai passati governi. Adesso abbiamo Monti con un governo di tecnici, vedremo che cosa riuscirà a fare”.Vedrete o farete opposizione? “Di certo non faremo l’opposizione inutile e sterile, l’opposizione che Di Pietro e la sinistra hanno fatto contro il nostro governo. Anche se Berlusconi scriveva ‘Viva la mamma’ loro erano contrari”. La vostra invece che opposizione sarà: costruttiva? “Responsabile. Il termine giusto è responsabile. Siamo stati eletti dal popolo e difenderemo i diritti di chi ci ha votato”. Si attendono tagli e sacrifici. Li voterete? “Vedremo di volta in volta. Appoggeremo le misure per lo sviluppo e per il lavoro mentre difenderemo le pensioni di anzianità e saremo contrari a nuove tasse o alla reintroduzione dell’Ici sulla prima casa”. L’Ici però è l’imposta più federalista che ci sia e per i Comuni, stretti dal patto di stabilità, la reintroduzione dell’Ici sarebbe una boccata d’ossigeno. “Che l’Ici sia federalista ho i miei dubbi. Era stata introdotta nel 1993 come Isi, imposta straordinaria sugli immobili, poi siccome i Comuni ricevevano minori trasferimenti dello Stato è passata ai Comuni ed è diventata l’Ici. Ma si tratta di un’imposizione che pesa molto per chi ha solamente la prima casa”. C’è qualcuno che si augura che Monti riesca anche a fare delle riforme, per esempio una nuova legge elettorale ed la riduzione dei costi della politica. “L’augurio ci sta tutto ma non si deve dimenticare che c’è il Parlamento. Per prima cosa bisogna vedere se la Corte costituzionale accoglie il requisito referendario, se così non fosse è bene che in Parlamento si apra il dibattito per la riforma di questa legge”. Dopo le pesanti manovre di agosto non crede che i cittadini si aspettassero anche proporzionali riduzioni dei compensi dei parlamentari? Non è stato un errore non incidere con scelte immediate su questo fronte? “Forse i cittadini si aspettavano misure spettacolari. Senza sapere che il nostro governo ha ridotto di parecchio i costi della politica. Noi abbiamo proposto il taglio delle spese per i portaborse, abbiamo creato un comitato che valutasse la riduzione del vitalizio, abbiamo approvato leggi che vedranno la riduzione di consiglieri regionali e provinciali. Alle prossime elezioni il consiglio provinciale di Bergamo vedrà ridursi da 36 a 14 i posti per i consiglieri e gli assessori non potranno essere più di sei. All’ultima tornata elettorale per la regione Molise abbiamo avuto il primo risultato: si è passati da 50 consiglieri ad un consiglio di trenta. Un bel taglio sui costi, rispettando la rappresentatività democratica”. Anche se i cittadini chiedevano di più. “La Lega è per i tagli, ci siamo battuti per togliere certi privilegi, anche ai funzionari che costano cifre astronomiche. Forse con un governo tecnico si potranno raggiungere maggiori risultati, perché un tecnico presenta un legge scarna e diretta, è poi in commissione che iniziano a farsi sentire i veti della politica”. Quindi appoggia Monti? “Vedremo di volta in volta. La nostra sarà un’opposizione responsabile”.

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