venerdì 15 luglio 2011

ECO DI BERGAMO - 15/07/11 - DONNA IN STATO VEGETATIVO LICENZIATA. LA DITTA: SEMPRE SOLIDALI CON LA FAMIGLIA

L'azienda: dispiace che una procedura corretta sia sovrapposta a un caso drammaticoIl ministero manda gli ispettori. Piccinini (Cisl): il lavoro recuperi la sua umanità

La donna licenziata è in coma per un aneurismaBenedetta RavizzaAssediata da tv e giornali, la ditta si è trincerata dietro un silenzio carico di sofferenza. La società Nuova Termostampi di Lallio – dopo il licenziamento di una sua dipendente in stato vegetativo, per il superamento dei giorni di malattia – affida a un'altra nota la sua posizione. «In merito alla triste vicenda – scrive – siamo fortemente dispiaciuti che una procedura corretta e di natura esclusivamente contrattuale e giuridica sia stata sovrapposta a un caso umano drammatico, rispetto al quale l'azienda rinnova la solidarietà peraltro sempre dimostrata negli anni alla famiglia».Il caso è stato sollevato dalla Cgil, che ha impugnato il provvedimento, assistendo il marito della donna. Una quarantunenne di Dalmine, entrata in coma nel gennaio 2010 per un aneurisma. Nel maggio dello stesso anno aveva dato alla luce l'ultima dei suoi quattro figli. Il 4 giugno scorso l'azienda comunica il recesso del contratto per il superamento del periodo di comporto. Ma è la seconda parte della missiva a colpire la famiglia. «La discontinuità della prestazione lavorativa – si legge – crea evidenti intralci all'attività produttiva». Una mancanza di sensibilità che, al di là degli aspetti contrattuali, spingono sindacato e familiari della lavoratrice (un'operatrice di stampaggio) «ad andare fino in fondo per il rispetto dei suoi diritti». Secondo l'impresa, la versione dei fatti fornita sarebbe «fuorviante». Ma per ora preferisce non fornirne una sua, «per non gettare altra benzina sul fuoco», e rinnova «la solidarietà peraltro sempre dimostrata negli anni alla famiglia».Le reazioniIntanto, però, sul caso ci sono nuove reazioni. «Il ministero del Lavoro ha avviato un'attività ispettiva», ha annunciato il sottosegretario con delega alle Politiche sociali Nello Musumeci, precisando: «Abbiamo già disposto una verifica dei fatti. Al di là dei rispettivi obblighi contrattuali, la condotta dell'azienda appare improntata a un rigido formalismo e a un rigore inopportuni». E allo stesso ministero è indirizzata un'interrogazione del deputato della Lega Giacomo Stucchi, proprio per chiedere «un accertamento del rispetto delle norme in vigore e sensibilizzare l'azienda a una diversa valutazione». Per il Pd, intervengono il consigliere regionale Maurizio Martina e il deputato Giovanni Sanga: «Il rispetto della persona umana viene prima, anche nel mondo del lavoro e dell'impresa. Si fermi subito la procedura di licenziamento». Mentre il segretario provinciale della Cisl Ferdinando Piccinini commenta: «La vicenda è talmente grave per il segnale di disumanità che assume, che va ben oltre il confronto sui termini normativi contrattuali e legislativi. È un indicatore di dove può arrivare una concezione puramente economicista dell'impresa che considera le persone semplicemente alla stregua di "mezzi" di produzione, togliendo quindi al lavoro la sua dimensione più importante e profonda: quella di umanità». Piccinini cita quindi il recente convegno ecclesiale su economia e lavoro, ricordando l'azione sindacale e «la necessità di una riflessione più complessiva sulle molteplici situazioni di sofferenza e di disumanità nella realtà lavorativa che riscontriamo quotidianamente. Un grado più alto di civiltà e di umanità del lavoro è dato dalla capacità di tutti i soggetti collettivi e istituzionali di dare risposte e tutele a queste situazioni».

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