domenica 10 aprile 2011

ECO DI BERGAMO - 10/04/11 - MARONI: UN MODELLO I NOSTRI VOLONTARI

Il ministro dell'Interno ospite in Provincia elogia e ringrazia la Protezione civile bergamasca«Professionisti della solidarietà che manca in Europa. La vostra forza? Sui territori, non a Roma» Benedetta Ravizza«Incarnate quel modello di solidarietà che manca a livello europeo». Roberto Maroni ringrazia ed elogia la Protezione civile bergamasca, raccolta nel cortile della Provincia con centinaia di rappresentanti in pettorina gialla. Nonostante il tour de force diplomatico degli ultimi giorni, il ministro dell'Interno è sorridente, stringe mani e si concede per le foto. È venuto apposta per i volontari, e loro ricambiano con molti applausi, in fila per uno scatto. «È da tanto tempo che non parlo da un camion, mi ricorda i primi tempi eroici della Lega», esordisce dal palco semi-improvvisato. C'è anche spazio per un siparietto col presidente di Via Tasso, collega di Parlamento, oltre che di partito, entrambi strumentisti. Ettore Pirovano cerca di sistemare una cassa che rimbomba, e il titolare del Viminale scherza: «Anche lui è musicista, se ne intende di spie e microfoni. Ma se continua così lo faccio arrestare».I temi però sono seri. «Siete professionisti della solidarietà – va avanti il ministro –. Se c'è qualcuno in difficoltà lo aiutiamo, non diciamo all'Aquila "noi siamo di Bergamo, affari vostri". Non funziona così. L'esempio che ognuno di voi incarna andrebbe portato in Europa». La forza vera della Protezione civile, aggiunge (unico passaggio marcatamente lumbard), «non sta negli uffici a Roma con i generali, bensì sui territori, nei Comuni, nelle città».La visitaMaroni è arrivato a Bergamo poco prima delle 9,30, in anticipo sulla tabella di marcia. Le vie limitrofe alla Provincia sono blindate. Un gruppo di contestatori lo aspetta, in tempo per srotolare lo striscione «Respingiamo Maroni», poi viene allontanato. Il ministro è accompagnato dal deputato Giacomo Stucchi. Ad aspettarlo, oltre a Pirovano, l'assessore provinciale alla Protezione civile Fausto Carrara e regionale Romano La Russa, gran parte della Giunta e dei consiglieri provinciali (soprattutto di maggioranza), Daniele Belotti e Roberto Pedretti dal Pirellone. Arriva anche il primo cittadino Franco Tentorio. Sotto i portici di via Tasso il ministro si intrattiene con il questore Vincenzo Ricciardi, chiede come sta la famiglia di Yara Gambirasio, se sta riuscendo a tornare alla normalità e a recuperare la privacy. Stessa domanda che porrà al sindaco di Brembate Diego Locatelli. Con l'onorevole Carolina Lussana, invece, Maroni parla della recente bocciatura da parte della Consulta delle ordinanze dei sindaci. «Le faremo diventare legge», dice. Un saluto affettuoso a Mirko Tremaglia, seduto in prima fila ad ascoltarlo, e al presidente degli alpini Antonio Sarti, al quale ammette: «Io però ho fatto il fante». A un vigile del fuoco (il cui Corpo nazionale fa riferimento al ministero dell'Interno) assicura «la vicinanza del governo, anche per ottenere più uomini e più mezzi». Unici rappresentanti delle opposizioni avvistati, esponenti dell'Idv con il deputato Gabriele Cimadoro.Gli interventiAl microfono interviene il prefetto Camillo Andreana, per riaffermare la stretta collaborazione tra «Prefettura e Provincia nel caso di emergenze» e «la straordinaria capacità dei bergamaschi di dedicarsi al prossimo». Alberto Cigliano, dirigente provinciale della Protezione civile, dà un solo numero: «Lo zero. Le zero volte che i nostri volontari hanno detto no quando c'è stato bisogno di loro, notte e Natale compresi». «Perché la solidarietà è nei cromosomi dei bergamaschi e i bergamaschi sono orgogliosi di voi volontari», insistono Pirovano e Carrara. A rappresentare la Protezione civile, quello che ormai è diventato un simbolo: Mario il volontario (titolo anche di una pubblicazione della Provincia). Da lui in regalo al ministro la polo e il crest della Protezione civile, con un appello: «Giovani raccogliete il testimone di noi vecchi, perché questa storia non può finire. E lei ministro, torni presto a Bergamo, dov'è benvenuto, per vederci all'opera».

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