giovedì 26 marzo 2009

ECO DI BERGAMO - 26/03/09 - I BERGAMASCHI FEDERAILSMO. OK DA LEGA E PDL. GUARDINGHI I DEMOCRATICI, PEZZOTTA DICE NO

di Gianluigi Ravasio
Soddisfazione, ma anche consapevolezza che la fase più delicata della riforma verrà dopo la sua approvazione definitiva da parte del Senato, prevista per il prossimo mese: il giorno dopo il via libera della Camera al riforma sul federalismo fiscale, i parlamentari bergamaschi di centrodestra sottolineano la necessità di tradurre ora la riforma in concreto attraverso i decreti legislativi che il governo dovrà emanare. Dal canto suo il Pd, che sul provvedimento si è astenuto, osserva che si tratta di un provvedimento che, a breve, avrà scarse ricadute e aspetta il governo al varco dei decreti. Savino Pezzotta, dell'Udc, unica forza ad aver votato contro, bolla la riforma come una «spot elettorale».«Siamo soddisfatti per il risultato ottenuto - commenta il deputato leghista Giacomo Stucchi -. Dopo la prima approvazione al Senato, il testo è stato perfezionato alla Camera. Ora aspettiamo il passaggio definitivo a Palazzo Madama. È un risultato ottenuto grazie allo sforzo di ricercare punti d'incontro con le altre forze politiche». Dopo l'approvazione definitiva, spiega Stucchi, «entro un anno e mezzo verranno emanati i decreti legislativi: i più semplici entro breve tempo, mentre per i più complessi servirà più di tempo. Ma qualcosa è già stato messo a punto». «Ora - prosegue Stucchi - c'è la necessità di dimostrare la bontà del federalismo fiscale e i suoi reali benefici. Bisogna fare in modo che non venga annacquato: è la fase più delicata, il momento delle scelte responsabili. Anche gli amministratori locali erano ormai consapevoli che non si poteva continuare come negli ultimi anni: questa è una riforma indispensabile». Gregorio Fontana, parlamentare del Pdl, sottolinea che «la riforma approvata fa parte di un pacchetto di riforme istituzioni che la maggioranza vuole portare avanti: il federalismo fiscale è una prima tappa per un Paese più moderno ed efficiente. Agli enti locali viene assegnato il principio di responsabilità in un quadro di solidarietà e questo è importante per superare il sistema della spesa storica che ha causato tanti sprechi». Inoltre, prosegue Fontana, «i cittadini potranno controllare più da vicino i loro amministratori. Sono soddisfatto anche per l'atteggiamento dell'opposizione che riconosce le nostre giuste posizioni». Giovanni Sanga, del Pd, ricorda che il «federalismo fiscale è previsto dal titolo V della Costituzione voluto dal centrosinistra: noi siamo favorevoli alla sua introduzione. Ci siamo astenuti perché il provvedimento contiene alcuni interrogativi: da un punto di vista operativo la sua attuazione è rinviata ai decreti legge dei prossimi anni. Questa riforma, oltre a riprendere alcuni principi costituzionali, in realtà non attua nulla». «Siamo a favore della responsabilizzazione dei centri di spesa - aggiunge Sanga - e di norme per evitare sprechi e tenere sotto controllo la finanza pubblica: ma per questo bastava una legge sulla finanza pubblica e non sul federalismo fiscale. Si poteva varare un norma che consentisse interventi più incisivi nel breve periodo». Antonio Misiani, pure del Pd, osserva che «il nostro voto di astensione è un segno di apertura su un testo profondamente cambiato rispetto a quello iniziale proposto dal governo: sono stati recepiti oltre 70 nostri emendamenti; ora siamo vicini alla proposta che era del governo Prodi e delle Regioni. Ci siamo astenuti - chiarisce Misiani - perché questo è un disegno di legge delega: siamo contrari a deleghe in bianco. Ora aspettiamo il governo al varco: il tempo della propaganda è finito e aspettiamo fatti concreti riguardo alla finanza per i Comuni. L'esecutivo sta, infatti, paralizzando gli enti locale sul tema degli investimenti e nell'ambito sociale. Questi sono i temi sui quali vogliamo misurare l'inversione di tendenza vera».Savino Pezzotta, deputato dell'Udc, osserva che «un confronto sul federalismo fiscale avrebbe richiesto la volontà di uscire da una discussione elettoralistica. Quello approvato è uno spot elettorale: non c'è un disegno organico, non c'è uno statuto delle autonomie, non c'è un'architettura istituzionale. Noi siamo per un federalismo fiscale vero, nella chiarezza d'impostazione. Quella votata è, invece, una delega in bianco al governo che deciderà come e quando applicarla. C'è il rischio che si creino squilibri tra le realtà più forti e quelle più deboli e di moltiplicare i centri di spesa».«In questo momento di crisi economica - aggiunge Pezzotta - abbiamo discusso per molto tempo di una riforma che, se tutto andrà bene, entrerà in vigore tra anni: era più urgente discutere delle famiglie che faticano ad arrivare a fine mese. Non siamo contro le autonomie locali, ma contro questo modello di federalismo fiscale che ci sembra una bandierina messa in campo per la prossima sfida elettorale».

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